
La Wide Orchestra è un ensemble di jazz contemporaneo che riunisce nel suo organico alcuni dei migliori talenti attualmente presenti nella costa tirrenica. La WO ha dato forma, concretezza e direzione a qualcosa che già esisteva: una solida comunità di artisti che ruotano attorno a JazzWide e che condividono un’estetica musicale.
L’ensemble che si è venuto a formare si compone di una forte base ritmica data dalla presenza di tre contrabbassi (Silvia Bolognesi, Matteo Anelli, Gabriele Evangelista), due batterie (Gianni Apicella e Daniele Paoletti) e una chitarra (Gabrio Baldacci), su cui s’innestano le melodie di cinque sassofoni (Beppe Scardino,Mauro Avanzini, Sigi Beare, Riccardo Filippi e Yuri Nocerino), due trombe (Filippo Ceccarini, Tommaso Iacoviello) e un trombone (Toni Cattano). A completare il già ricco impianto, la voce di Elisabetta Maulo e le tastiere e la direzione di Piergiorgio Pirro.
Le personalità musicali forti e inconsuete dei componenti si integrano alla perfezione consentendo al direttore di fare affidamento su un ampio registro di suoni e stili diversi da cui cogliere ispirazione per scrivere musiche e innescare le improvvisazioni.
I brani composti per il progetto sono un mix di partiture ed evasioni che Pirro arrangia e orienta in maniera precisa seguendo lo stile della conduction codificato da Butch Morris. Al tempo stesso, l’equilibrata alternanza dei vincoli e delle improvvisazioni prive di schemi, permettono alle diverse anime dell’organico di esprimersi al meglio sviluppando i propri punti di forza.
Le performance, guidate dai gesti del giovane direttore, comprendono, oltre alle composizioni dello stesso Pirro, un repertorio originale di brani di Silvia Bolognesi, Mauro Avanzini e Beppe Scardino, ai quali si aggiungeranno nel tempo le proposte degli altri musicisti, in un progetto che si configura all’insegna di una scrittura diffusa e partecipata.
Oltre ad essere abili improvvisatori, infatti, i membri dell’orchestra si distinguono per le loro capacità compositive che consentono a Pirro di concentrarsi, in fase di direzione, sulla stratificazione di nuovi arrangiamenti con un processo che aggiunge e sottrae strumenti, sfruttando silenzi e basi ritmiche come fossero velature di colore su una tela.
Il risultato è una trama melodica che si compone in modo istintivo durante i momenti di libertà concessi all’estro degli esecutori, grazie alle sonorità emergenti nell’estemporaneità della performance.
La freschezza del progetto, che ha esordito in modo non ufficiale a dicembre in una serata di presentazione all’ExWide Club, deriva dall’unione di diversi stili creativi in grado di influenzarsi in modo del tutto inedito, in un contesto ben delineato dalle scelte artistiche condivise.
Il confronto tra intelligenze ed esperienze musicali che ne deriva, genera passaggi espressivi fortemente legati alla tradizione jazz contemporanea, in grado di assorbire influenze radicali che spaziano dal rock alla musica classica europea.